Giambattita Tiepolo si ritirò molto presto dalle lezioni ricevute da Gregorio Lazzarini, accademico di mediocri talenti, e si sviluppò piuttosto verso il vigoroso chiaroscuro di Federico Bencovich e Piazzetta, rendendo le loro soluzioni ancora più raffinate e preziose utilizzando colori che hanno una vibrazione luminosa assolutamente inconfondibile e densamente fusa. Alla fine di questa esperienza fondamentale arriva la tela del Rape d'Europa in cui il soggetto mitologico è raffigurato in una trascrizione ariosa e disincantata che a volte diventa quasi caricatura. La gravità del modello del chiaroscuro perde intensità a favore della raffinatezza delle note cromatiche in un'interpretazione dello spazio aperto e articolato in profondità che è fino a Bencovich e Piazzetta come consonante con il gusto di Sebastiano Ricci. E la vivace cornice spaciale e luministica in cui le figure prendono i loro posti con una così facile fiducia offre un assaggio dei doni supremi di Tiepolo come "organizzatore" dei dipinti.