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È un ritratto profondamente sarcastico delle classi di élite tedesche che hanno sostenuto il fascismo. Come molti dei suoi dipinti di questa epoca satirizzò ciò che credeva fosse la società corrotta e borghese della Germania. In questo dipinto Grosz utilizza le sue abilità come caricaturist per produrre vividi, grotteschi, marmorizzati, ritratti di coloro che controllavano la società. Uomini d'affari, clero e generali, sono tutti raffigurati non come i signori lucidi, raffinati, raffinati dell'arte dell'Accademia, ma come individui viziosi, egoisti e incalliti. Grosz era una figura di spicco del Movimento Neue Sachlikeit (Nuova oggettività) che rifletteva le dimissioni e il cinismo del dopoguerra e usava una satira violenta per rappresentare il volto del male.