I ritratti di Tiziano forniscono una galleria dei principali aristocratici d'Italia. La maggior parte di questi lavori sono essenzialmente idealizzati ritratti di stato, anche se le teste sono molto convincentemente resi. Il doge Andrea Gritti è in misura maggiore un simbolo dell'ufficio - cioè quello del sovrano di Venezia. Il corpo gigantesco in una tela di grandi dimensioni sta spazzando nel design e comandando in presenza. La fine armonia dei rossi e dell'oro, e la spazzata verso l'alto dal basso a sinistra del manto broccato aperto, le cui linee forti finiscono in cima al cappello del Doge, danno a questo dipinto un senso di potenza e gloria. Lo sguardo severo del Doge, che segnala la sua forza e la sua determinazione, approfondisce questa impressione. Per motivi stilistici si presume oggi che questo ritratto non sia stato dipinto fino al 1545 circa, molto dopo la morte di Gritti nel 1538.