"Il biografo Giorgio Vasari, nella sua Vita di Tiziano, descrive un ritratto simile che dice di poter facilmente scambiare per un Giorgione se Tiziano non l'avesse firmato. Questo ritratto è stato erroneamente identificato dai primi critici come il ritratto di Ariosto; è forse una somiglianza del primo patrono di Tiziano, un membro della nobile famiglia Barbarigo. Nel suo primo periodo, i ritratti di Tiziano sono fortemente realistici. Il dipinto nella sua aderenza palpabilità tonale e attenzione ai dettagli, come la cucitura in raso, ha molto in comune con i ritratti tardivi di Giorgione. Ma Tiziano, un po' concorrenziale, porta il realismo di Giorgione ad un passo avanti nel modo in cui la manica esce e invade il nostro spazio, estendendo i confini del Giorgionismo in una raffica di iperrealismo. L'espressione della sitter è arrogante, tipica del dandy maschile. La figura si distingue in un rilievo audace rispetto allo sfondo normale e il colore sottolinea l'insolita illuminazione, rivelando l'umore della sitter e catturando la sua presenza fisica".