Il Venere di Urbino fu dipinto per Guidobaldo della Rovere, erede di Francesco Maria della Rovere, duca di Urbino. Se la posa di questo Venere ricorda quella della Venere addormentata di Giorgione a Dresda (che il giovane Tiziano aveva completato dopo la morte di Giorgione) l'intento del dipinto è abbastanza diverso. La Venere di Tiziano non ha nulla a che fare con l'immagine idealizzata di Giorgione della bellezza femminile, è normalmente interpretata come allegoria dell'amore coniugale. Ci sono stati alcuni suggerimenti che potrebbero esserci un collegamento con il matrimonio di Guidobaldo della Rovere e Giuliana Varano nel 1534. Questa è una composizione estremamente fine. Ci invita a soffermarci su più della semplice figura calda e dorata di questa giovane donna con i suoi riccioli a cascata e il movimento accattivante e attentamente studiato del suo braccio. Osservate il modo in cui il foglio è stato dipinto, con maestose miscele di colore, il piccolo cane si è arricciato pigramente addormentato, il tocco divertente delle due coperchi che rovistano nel petto, il mondo fuori dalla finestra, e il maligno, ma allo stesso tempo ingegnoso espressione del giovane Venere. C'è un'intimità di questa scena di semplicità quasi domestica che pone l'intera composizione in una realtà calda, umana, temporale.